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Intervista a Valentina Kuturnenko

Foto dal web


Intervista a Valentina Kuturnenko, Presidente del Fondo Pro Infanzia di Cernigov.
Il Fondo Pro Infanzia (Detskij Fond) da oltre vent’anni collabora con Les Cultres Onlus di Lecco per organizzare i soggiorni per i bambini sopravvissuti alle radiazioni di Cernobyl nei vari paesi della Brianza. Collaboro con Valentina da tanti anni e nel 2004 sono stata a Cernigov, ospite da lei. Valentina ha dedicato la sua vita a salvare i bambini dopo il disastro di Cernobyl nel 1986.

I bambini di Cernobyl
Valentina Kuturnenko collabora con Les Cultures di Lecco per ospitare in Italia i bambini di Cernobyl – Fonte dal web

La chiamata arrivata stamattina.

La sua voce è stremata, fa fatica a parlare e in alcuni momenti il suo racconto è confuso dalle lacrime. Valentina è scappata da Cernigov il giorno in cui è scoppiata la guerra, il 24 febbraio; si è nascosta in campagna, in uno scantinato adibito a bunker. Non mi può dire dove, ha paura di essere poi trovata,


Come state vivendo?

Anche se la domanda più opportuna sarebbe: come state sopravvivendo a questa guerra atroce?
Sono arrivata qui il 24 non avevo niente con me e ancora dormo con gli stivali e gli indumenti che avevo. Viviamo al freddo, la temperatura di notte scende quasi fino a meno venti gradi, non abbiamo acqua. Il cibo è pochissimo, mangiamo quasi sempre patate, che riusciamo a recuperare qui in campagna.

Trovare cibo è impossibile.

Esiste un punto dove la gente può recarsi e dove può avere dello zucchero e del pane, ma è pericoloso andarci perché ci sono mine ovunque e potremmo morire subito. E anche qui ciò che viene distribuito è razionalizzato in modo sbagliato. La gente è impazzita per la fame, per la sete, e così chi può si accaparra di più. Poi alcune persone che hanno provato a muoversi sono state prese e prima di essere uccisi, ci hanno raccontato, sono stati legati e torturati.

Come è possibile tale violenza umana? Ma questa guerra non doveva salvaguardare i civili ?

Intervista a Valentina Kuturnenko
Cernigov distrutta – fonte dal web

Continua: Pensavo che la guerra durasse solo qualche giorno e invece -e qui Valentina scoppia a piangere in maniera sommessa- non riusciamo a riposarci un minuto, è uno stress continuo tra sirene, bombe e violenza. Ogni giorno per le strade vengono trovati corpi di civili morti.

Cosa ne è di Cernigov?

Cernigov è stata una delle prime città colpite. La gente che non è morta è perché è riuscita a scappare in campagna e a nascondersi. La città è stata distrutta dai Russi. Il sindaco fa sapere attraverso internet che non è possibile ora valutare quante persone sono morte, perché ogni giorno ne muoiono altre.

Chi è rimasto vivo della tua Associazione?

Cinque giorni fa abbiamo ritrovato il nostro autista ancora vivo ma sotto shock. Ci ha raccontato che i russi sono entrati nel suo appartamento e nonostante lui e i figli si fossero nascosti sotto il letto sono stati trovati. Lui era stato un militare in passato che aiutava i russi e ha cercato di fare leva su questo. Ma nulla ai soldati russi non interessava questo particolare. Hanno puntato il kalashnikov sulla sua testa e a quella dei figli e hanno rubato tutto ciò che era in casa, gioielli, computer, telefonini e anche la macchina.

Alcuni militari russi non guardano in faccia a nessuno, ammazzano tutti, bambini inclusi.

Addirittura fanno violenza fisica sulle donne. Questa non è una guerra normale, è un genocidio, un crimine di umanità e se ci salveremo dalle bombe moriremo per tutta la violenza psicologica subita.
Che fine ha fatto la gente a Cernigov che non è riuscita a scappare?
Cernigov è la città dove hanno ucciso più civili. Ho lasciato le chiavi di casa a dei vicini quando sono scappata. In casa avevo conserve, acqua, cetrioli e latte, ho detto loro prendete tutto. Ma ora non so più niente.

Alcuni soldati russi si comportano come bestie, anzi non le definirei bestie, perché le bestie hanno un cuore, dice Valentina.

Intervista a Valentina Kuturnenko

Loro uccidono con una violenza che un essere umano non dovrebbe avere- dice Valentina. Prendono i civili, li torturano, violentano le mogli davanti ai bambini e poi le uccidono. Entrano negli appartamenti e rubano tutto, addirittura chiamano le mogli in Russia per chiedere di cosa hanno bisogno. Loro vivono per il loro idolo: La Russia di Putin.
La voce si fa stanca, non voglio sforzarla a parlare ulteriormente.

Grazie ai Comuni di Cassago Brianza, Monza, Nerviano e Cerro Maggiore, che ci stano aiutando.

Valentina mi dice di ringraziare il Comune di Cassago Brianza (che io anni fa sensibilizzai ai soggiorni per i bambini di Cernobyl), il comune di Monza, Nerviano, Cerro Maggiore, perché stanno raccogliendo soldi per l’associazione, per costruire a fine guerra una casa per chi sopravvivrà.


Ma quando sarà la fine della guerra? Sottolinea Valentina, saremo ancora vivi?
Non ho più domande, piango anche io per il suo racconto. Che Dio ci salvi mi dice. Si, che Dio ci salvi. Non so come salutarla, cosa posso dirle…rimani viva, noi in Italia stiamo facendo di tutto per aiutarvi…e la linea cade.


Questo articolo non contiene giudizi di sorta, ma riporta solo le parole della persona intervistata.

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