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La tattica malvagia dei ceceni

La tattica malvagia dei ceceni – Il concetto occidentale di libertà è diverso da quello russo così come anche il concetto di umanità è differente. Lo testimonia la storia.

Ma il dolore che proveranno i parenti delle vittime, se i terroristi ceceni faranno scoppiare le bombe in loro possesso, sarà identico a quello provato dai parenti delle vittime della strage dell’11 settembre. Perché il concetto di dolore è unico, universale. Ancora una volta il mondo è incollato davanti al televisore per seguire ciò che sta succedendo a Mosca.

La paura di un ritorno al terrorismo internazionale è diffusa in tutta l’opinione pubblica mondiale. Solo che quanto sta avvenendo in Russia non ha nulla a che vedere con quello che è successo in America lo scorso anno, anche se Putin e l’opinione pubblica russa non la pensano in questo modo. Si sta travisando il messaggio di questo atto terroristico. Ciò che i terroristi ceceni tentano di ottenere è la fine di una guerra che sta andando avanti da troppo tempo. In un paese ormai dimenticato da Dio, quale la Cecenia, ma controllato ininterrottamente dalle forze militari russe.

Matrice islamica?

Bin Laden, con l’atroce gesto compiuto, voleva dimostrare a Bush e all’opinione pubblica mondiale che il suo gruppo terroristico è capace di tenere a bada il mondo intero. I ceceni rivendicano una libertà politica amministrativa in un paese dove vige un assoluto vuoto di potere. Se Putin non si degna di trattare le probabilità che il massacro si compia sono molto alte. Ma ancora una volta la tragedia sarà presentata come un crimine universale e intollerante.

Come un tentativo di esprimere la propria supremazia bellico-terroristica nei confronti di uno stato che, dopo la caduta del comunismo, sta cercando di sedersi allo stesso tavolo delle grandi democrazie occidentali. E in questo modo ci si sbarazzerà della propria coscienza sporca.

Putin si affanna a dire all’occidente che tutto ciò fa parte di un piano terroristico internazionale che ha le sue radici nel fondamentalismo islamico. Ma si sbaglia.

La tattica malvagia dei ceceni

Da Bin Laden i ceceni hanno copiato la tattica e non il fine.

Con questa azione i terroristi tentano di coinvolgere l’opinione pubblica su ciò che sta succedendo in Cecenia, un paese dove la gente ha una sola alternativa: morire di fame o morire per l’indipendenza.

Ciò non significa giustificare un atto che può provocare altre vittime innocenti.

Per cambiare il corso degli eventi è necessario modificare una mentalità che ha le sue origini fin dall’antichità. Ottenere l’avvio di trattative è infatti un passo molto complicato. Significherebbe il tradimento del senso di orgoglio che ha le sue radici fin dalla nascita dell’impero russo, quando nell’anno mille la nazione mongola tagliò la Rus’ di Kiev fuori del resto dell’Europa, favorendo così la nascita di una struttura assolutista e autocratica. Una mentalità troppo radicata.

Da qui il silenzio della stampa russa sui passi che Putin intende operare.

Dal Cremlino si cercheranno invece di evidenziare i legami con il terrorismo islamico in Cecenia. In questo modo si avrà la coscienza pulita, ottenendo al tempo stesso la solidarietà del popolo americano che ha vissuto una situazione analoga. E grazie a questo l’America sarà ancora più vicino alla Russia.

Diciotto mesi di guerra in Cecenia

Nessuno però ha fatto i conti con la guerra che da anni insanguina la Cecenia e con i morti che ci sono stati finora.
In 18 mesi di guerra i ceceni hanno perso circa cinquecentomila uomini.
Senza contare i militari russi che sono morti. Parliamo di un esercito ormai obsoleto. Per andare a combattere in un paese dimenticato, dove anche le donne combattono e sono diventate kamikaze pur di vendicare il dolore per la perdita dei loro uomini, ai soldati è stato promesso una riduzione del servizio di leva, da due a un anno, o qualche dollaro come ricompensa.

Ma la matrice islamica non c’entra. Lo stesso Barayev, che si è fatto intervistare, ha dichiarato che la sua è una chiara rivendicazione politica.

Lo dimostra anche il fatto che i ribelli ceceni hanno liberato donne e bambini e ora si apprestano a liberare anche gli stranieri chiusi in quell’edificio, che con i loro dissidi interni non c’entrano nulla.

Forse i terroristi islamici si sono preoccupati di donne e bambini che si trovavano nelle torri gemelle durante quell’attentato? Forse si sono preoccupati di far uscire dalle stesse torri gli stranieri prima dell’attentato?

Nonostante la stampa occidentale parli di un tentativo di Putin di avviare trattative, i conoscitori della storia ex-sovietica, sanno benissimo che questo passo sarà molto difficile. Perché non è nella mentalità di questo popolo.

Le persone che in quel teatro sono rinchiuse forse sanno già che non saranno risparmiate. Perché difficilmente il governo russo cederà ai ricatti dei guerriglieri ceceni che hanno scelto una tattica terroristica ormai nota la mondo intero per cambiare gli avvenimenti della storia.
E’ questo che ci fa inorridire. Perché questa è una tragedia nella tragedia.

Il dolore

Detto ciò non si vuole difendere nessuno. Un atto terroristico è sempre un atto terroristico. La morte di vittime innocenti è sempre da condannare. Ma non sarà questo il peso che la Russia avrà sulla coscienza se tutto dovesse concludersi nel peggiore dei modi.

Il dolore più grande che ne deriverà sarà ancora una volta il dolore di genitori che piangeranno i loro figli e di figli che piangeranno i loro genitori. Perché il tentativo dei ceceni di porre fine alla guerra nel loro paese servendosi dell’opinione pubblica mondiale, non servirà proprio a nulla se non, ancora una volta, a sottolineare la supremazia ideologica della Russia di fronte all’occidente.

Il male fatto alle madri

Il male fatto alle povere vittime innocenti passerà in secondo piano. Come quando i parenti delle vittime del sottomarino Kursk furono liquidati con poche centinaia di dollari. Le loro madri addolorate che vedevano i loro figli morire sott’acqua, mentre Putin stava decidendo come muoversi, furono tranquillizzate con iniezioni di sedativi fatte senza il loro volere. Perché a quelle donne non era concesso nemmeno il loro dolore.

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