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Nello zainetto di Ivan Coca cola e mandarini.

nello zainetto di Ivan coca cola e mandarini

Nello zainetto coca cola e mandarini.

Nello zainetto di Ivan coca cola e mandarini – Gli avevano raccontato che in Italia c’è sempre il sole. E così è arrivato a Lecco con il sorriso sulle labbra. Nel suo zainetto alcuni dolci fatti dalla mamma e uno spazzolino da denti. Alle spalle la campagna di Khmelnytza, una cinquantina di chilometri da Cernobyl in Ucraina. Ivan è sbarcato a Lecco grazie all’associazione Les Cultures, che è riuscita a portare in Italia, in collaborazione con l’Associazione Pro Infanzia, 71 bambini, dai sette agli undici anni, provenienti dalla regione di Cernigov, una delle zone più contaminate dopo l’incidente alla centrale nucleare. Vivere in quelle terre significa essere condannati ad una morte lenta. I piccoli sono stati ospitati da alcune famiglie della zona.

Pochi giorni fa il ritorno a casa.

In Italia Ivan ha visto tante automobili: a lui piace andare in macchina. Al suo paese quasi nessuno possiede l’auto. Ivan ogni giorno si reca a scuola a piedi, perché in paese non ci sono neanche le strade asfaltate.
Ivan racconta che dove vive lui non ci sono le cose che trova qui in Italia. Il suo televisore è in bianco e nero e ha solo due canali. Ma Ivan non ha molto tempo per guardare la televisione. Di solito aiuta la mamma al lavoro nei campi. Poi dopo va dalla nonna, che possiede un camino molto grande e dove quindi fa sempre molto caldo. A Ivan piace buttare legna sul fuoco e scaldarsi davanti al camino.

Lo scoppio del reattore.

D’estate, invece, va al fiume a fare il bagno o a pescare con gli amici. Ivan non sa niente, non sa che il terreno su cui cammina è contaminato e il cibo che mangia è velenoso. A Ivan hanno raccontato che qualche anno fa a Chernobyl è scoppiato un reattore della centrale nucleare. Ma non capisce il significato. Hai saputo delle conseguenze? Risponde: Mi hanno detto che se il reattore non fosse scoppiato allora avremmo vissuto un po’ più a lungo.

Ivan è troppo piccolo per capire.

Ma Ivan ha solo 7 anni e non può capire. Che cosa ti è piaciuto dell’Italia? La coca cola, i mandarini e le gomme da masticare. E poi l’ananas e il kiwi, che non avevo mai assaggiato. In Italia Ivan ha ricevuto tanti giochi e vestiti. E’ tornato a casa con una valigia piena. Nel suo zainetto Ivan ha messo una bottiglia di coca cola e alcuni mandarini per portarli alla mamma. Non vorresti restare in Italia? Gli chiedo ? Restare in Italia? E’ più bello vivere qua, ma la mia casa è in Ucraina.

Questa è la storia di Ivan ma anche quella di Sasha, Katia, Igor e Natascia. Tutti bambini che hanno avuto la disgrazia di nascere su un suolo malato, in un paese povero. Katia, 7 anni e due grandi occhi blu. Le abbiamo chiesto se tornerà in Italia. Ha risposto, vorrei tanto riabbracciare la famiglia che mi ha accolta.

La storia di molti bambini di Chernobyl.

Sasha non ha il papà. Gli abbiamo chiesto cosa vuole fare da grande. Ha alzato le spalle : Manca ancora tanto tempo.
Iva, Sasha e Katja sono tornati al loro Paese dalle loro mamme. Dell’Italia ricorderanno tante cose, le persone che hanno incontrato e l’affetto ricevuto. Di Chernobyl si è parlato tanto. Poi più nulla. E il silenzio ha la stessa risonanza del futuro che questi bimbi forse non vivranno molto facilmente. Ma anche loro hanno il diritto di vivere come tutti gli altri bambini, di crescere e diventare adulti. La loro condanna non è ancora dettata e per aiutarli basta veramente poco.

Il Resegone, 19 gennaio 1996


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